Gianfranco Ferroni

 

Gianfranco Ferroni partecipa alla Quadriennale di Roma, alla Biennale del Mediterraneo di Alessandria d nasce a Livorno il 22 febbraio del 1927. Nel 1946 comincia a frequentare l‟ambiente di Brera e del bar Giamaica. Nel 1949 si iscrive al Partito Comunista del quale straccerà, nel 1956, la tessera come gesto di protesta in seguito alla rivolta di Ungheria. Nel cuore di Milano, negli anni in cui a Brera s‟incontrano, da un lato, Fontana e Manzoni, dall‟altro gli ultimi naturalisti arcangeliani, Ferroni comincia a frequentare un gruppo di giovani allievi di Carpi, che tempo qualche anno saranno i portavoce del movimento del realismo esistenziale, come Banchieri, Ceretti, Guerreschi, Romagnoni e Vaglieri. Dopo una personale alla galleria Schettini di Milano, spetta alla Galleria Bergamini rappresentare il suo lavoro fra il 1956 e il 1960. Nel 1957 Ferroni è invitato alla quinta edizione della rassegna «Italia-Francia», a Torino, curata da Luigi Carluccio, mentre, l‟anno successivo, approda alla Biennale di Venezia. Nel 1959 ‟Egitto. Dopo l‟ultima mostra alla Bergamini nel 1960 e la presenza alla Biennale di Tokio nel 1964 e alla Quadriennale di Roma del 1965, Ferroni torna a Venezia per la Biennale del 1968 dove gli viene assegnata una sala personale. Dal 1968 al 1972, Ferroni abita a Viareggio, in una sorta di isolamento che preannuncia un nuovo stadio della sua pittura. Dopo il 1975 si collocano alcuni eventi espositivi importanti, al Fante di Spade di Roma e Milano (nel 1974 e nel 1976), all‟Eunomia di Milano (nel 1969 e nel 1970), alla Mulina di Modena (nel 1966, nel 1968 e nel 1978) e alla Galatea di Torino (nel 1964, nel 1966 e nel 1970). La personale alla galleria Documenta di Torino, nel febbraio del 1974, rappresenta un episodio significativo per la comparsa dei prototipi di quelle stanze silenziose. Cadono, in questo stesso arco di tempo, la pubblicazione della prima monografia di Duilio Morosini e la presentazione di Giovanni Testori per la mostra alla Galleria Du Dragon di Parigi, nel 1977, oltre a rassegne quali: «Dal Realismo esistenziale al nuovo racconto» curata da Mascherpa per la Galleria Ricci Oddi di Piacenza nel 1979 e la galleria del Centro Culturale San Fedele nel 1981; o ancora «Realismo esistenziale: momenti di una vicenda dell‟arte italiana 1955-1965» allestita, nel 1991, al Palazzo della Permanente di Milano, a cura di De Micheli, Mascherpa, Seveso e Corradini. Gli esordi degli anni ottanta sono marcati da una grande antologia a Napoli. Questo decennio è caratterizzato anche dall‟adesione di Ferroni alla Metacosa, nome che identifica un gruppo di autori riunitisi nello suo studio milanese già dal 1979 e sostenuti dal critico Roberto Tassi. Nel 1982 Ferroni è di nuovo a Venezia con una sala personale, scelto dai curatori (Dell‟Acqua e Mascherpa) fra i rappresentanti di quel ritorno alla pittura in polemica con il mondo delle speculazioni concettuali e della Transavanguardia. Negli anni novanta ogni travaglio sembra improvvisamente quietarsi e le immagini di Ferroni ne sono la prova; gli oggetti fluttuano ora in un‟aura di magia e sospensione. Dopo una prima rassegna allestita nel 1991 a Palazzo Sarcinelli di Conegliano Veneto, a cura di Marco Goldin, fra il 1959 e il 1990, Ferroni sarà al centro di altre manifestazioni. Insignito, nel 1993, del Premio Presidente della Repubblica dall‟Accademia di San Luca, è protagonista nel 1994 di una antologica alla Galleria d‟arte moderna di Bologna, con una presentazione di Fagiolo Dell‟Arco. Nel 1997 è allestita la retrospettiva a Palazzo Reale a Milano e nel 1999 vince il primo premio alla Quadriennale d‟Arte di Roma. Gianfranco Ferroni muore a Bergamo il 12 maggio del 2001. Nel 2007 il Palazzo Reale di Milano e il Palazzo della Ragione di Bergamo dedicano all‟artista una doppia, grande retrospettiva.

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